Moka: storia di una tradizione italiana

Moka: già nel pronunciare il suo nome si evocano i profumi e le tradizioni di un tempo. Stiamo parlando della famosa caffettiera, quella presente in milioni di case italiane, diventata negli anni proprio uno dei simboli del Made in Italy.

Moka storia segreti

Il gorgoglio familiare che da più di 8 decenni unisce con lo stesso sapore e aroma i momenti di tante persone. Sei pronto per scoprire la sua storia, il funzionamento e anche tutti i segreti per preparare il caffè più buono e per far durare a lungo la tua macchinetta?

Storia della caffettiera: Alfonso Bialetti

Se c’è una macchina del caffè che è indissolubilmente legata al suo inventore questa è di sicuro la Moka. Corre l’anno 1933 quando, in provincia di Torino, Alfonso Bialetti inventa l’insostituibile Moka Express. È infatti nella storica sede di Crusinallo, fondata nel 1919 come una semplice fonderia, che vede la luce la macchinetta che rivoluzionerà le pause caffè di milioni di italiani. Fino al secondo Dopoguerra, la produzione era per lo più artigianale: pochi i pezzi prodotti, riservati al commercio locale o diffusi solo nel nostro Paese.

Nel 1946 Renato, figlio di Alfonso Bialetti, fa il suo ingresso nella società: questa data segna l’inizio del successo mondiale di un apparecchio che farà innamorare un numero ancor maggiore di persone, e che ha reso e rende il nostro Paese famoso in ogni dove. Renato dà il via alla produzione industriale, commercializzando in tutto il globo la grande invenzione del padre e inaugurando nuove sedi in ogni continente.

Ancora oggi la Bialetti è uno dei maggiori produttori di questa macchinetta, che è diventata anche il simpatico personaggio di uno spot televisivo impresso nella mente di grandi e piccini.

Funzionamento moka

Nonostante la sua età avanzata, nonostante la corsa della tecnologia che ogni giorno ci propone nuovi strumenti e invenzioni, questa macchinetta è stata, è e sempre sarà al passo con i tempi. Non solo perché è ancora più che presente sopra i fornelli di milioni di persone. Questo successo senza tempo lo ritroviamo ancora oggi immutato nel suo funzionamento e nei suoi componenti, rimasti sempre gli stessi anche dopo decenni.

Quali sono le parti della caffettiera? I pezzi essenziali sono da sempre 3: la caldaia, ossia il contenitore inferiore per l’acqua, il filtro a imbuto per la miscela e il bricco superiore dove finisce il caffè pronto da servire. La forma ottagonale originale, studiata per facilitare la presa, è la stessa che ancora oggi caratterizza questa macchinetta, insieme alla meno diffusa forma circolare.

Vuoi sapere qual è il suo funzionamento? È sufficiente riempire la caldaia con della buona acqua naturale in bottiglia senza superare il livello della valvola di sicurezza. Appoggiare poi il filtro al suo posto, sopra la caldaia, e versare la giusta quantità della miscela di caffè preferita. Avvitare infine il bricco sulla parte inferiore e chiudere bene. Posizionare la macchinetta sopra il fuoco, meglio se a fiamma bassa, attendere che il bricco si riempia di caffè e la stanza di profumo…e il gioco è fatto.

Il fuoco lento è uno dei segreti per fare un buon caffè con la moka: l’acqua, filtrando lentamente, riesce ad estrarre meglio dalla miscela tutte le proprietà e gli aromi che tanto ci piacciono.

È capitato anche a te di chiederti se moka e caffettiera napoletana sono la stessa cosa? La risposta è no. Tutte e due sono simboli di casa nostra. La napoletana, più precisamente “cuccumella”, è uno degli emblemi della storia partenopea. Sono simili nella forma e nei componenti ma parliamo di due macchinette diverse. Soprattutto nel meccanismo.

La prima, come abbiamo visto, funziona grazie alla pressione esercitata dall’acqua, sollecitata dalla fonte di calore. La napoletana, invece, funziona per percolazione. Una volta giunta ad ebollizione la caffettiera viene infatti tolta dal fuoco e capovolta, per permettere al liquido caldo di scendere nel bricco filtrando attraverso la miscela, e prendendo da questa il sapore e l’aroma. Grazie all’aiuto della sola forza di gravità.

Quando cambiare la moka

Per avere un buon caffè c’è bisogno di una macchinetta pulita, priva di sporco e di calcare. Così come per gli altri elettrodomestici, dalle macchine elettriche a quelle per caffè espresso, anche la moka ha bisogno della sua manutenzione. Dalla tua moka non esce caffè? Il consiglio è sempre quello di risciacquarla con cura dopo ogni utilizzo, evitando prodotti chimici aggressivi come saponi e detergenti e prediligendo rimedi naturali per una pulizia più accurata.

Tazzina caffè moka

Periodicamente, è buona norma anche sostituire le vecchie guarnizioni usurate con dei nuovi gommini, per evitare perdite di acqua e degli aromi tanto importanti per ottenere una buona scura bevanda in tazzina. Particolare cura deve essere riservata al filtro centrale: con il tempo e l’utilizzo i fori potrebbero otturarsi. Verificare sempre che siano liberi da residui, anche con l’aiuto di uno spillo.

Quanto dura una moka? Ovviamente è difficile soddisfare questa curiosità, perché la risposta varia in base a diversi parametri: c’è chi dice addirittura che più la macchinetta viene utilizzata più il caffè che ne otterremo sarà saporito e profumato. Questo chiaramente è vero nel caso di una buona manutenzione, ma in linea generale la nostra amata caffettiera può durare anche anni.

Consigli per servire il caffè con la moka

Come servire il caffè con la moka? Se hai degli ospiti a cena e vuoi coccolarli con questa macchinetta d’altri tempi (ma anche più recente che mai) assicurati di seguire tutti i passaggi che ti permettono di servire una tazzina profumatissima.

Il primo consiglio è quello di mescolare sempre il caffè pronto nel bricco con un cucchiaino, prima di servirlo, così da omogeneizzare la sua “consistenza”. Il caffè più forte, gustoso e aromatico è infatti quello che esce per primo, e che resta sul fondo se non mescolato.

Il secondo suggerimento per fare bella figura con gli ospiti è quello di servire il caffè portando a tavola, con l’aiuto di un vassoio, la moka stessa (ovviamente se non è rovinata e annerita) con un bel servizio di tazzine e piattini. Perfetto anche nel pomeriggio se servito con qualche dolcetto o biscottino.

Da ieri a oggi

C’era una volta la moka, e c’è ancora. Nonostante tantissime macchine del caffè super tecnologiche abbiano conquistato quasi tutto il mercato, tantissime sono le persone che ancora utilizzano la vecchia cara moka. O che magari la conservano gelosamente nella loro dispensa, pronta per essere messa in funzione.

Le buone abitudini non si perdono. E perché rinunciare al borbottio della caffettiera sul fuoco, al profumo con il quale questa amata bevanda riempie in pochi istanti tutta la stanza, ai momenti in compagnia di una deliziosa tazzina di caffè moka?

Il tuo caffè preferito

La Moka è da sempre sinonimo di casa. Sei un estimatore di questo tradizionale metodo di preparazione, o preferisci macchine da caffè più moderne? Hai anche tu dei ricordi legati a questa macchinetta? Raccontaceli nei commenti!

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2 risposte

  1. Salve, oggi ho scoperto che nella parte interna del bricco, togliendo filtro e guarnizione, si può leggere l’anno e il mese di produzione della moka acquistata. Suppongo sia l’anno di produzione del pezzo, non l’anno dell’invenzione del modello.

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