Lo zucchero: una dolcezza millenaria

Lo zucchero, nelle giuste quantità, è una delle sostanze più importanti per il nostro benessere: fornisce energia sia alla mente che al corpo, ed è presente in quasi tutti gli alimenti che di solito mangiamo.

Zucchero aromatizzato

Nella frutta, nella pasta, non solo nei classici dolci. Vediamo insieme la sua storia, la sua lavorazione e l’abbinamento che nel mondo si fa con il caffè.

Lo zucchero: origine della dolcezza

Il saccarosio, più comunemente chiamato zucchero, è un dolcificante dalla forma solida e cristallina ricavato dalla lavorazione della bietola da zucchero e della canna da zucchero.

Per parlare delle sue origini dobbiamo tornare indietro davvero di millenni: ci sono testimonianze del suo utilizzo che risalgono addirittura al 5000 a.C., quando i polinesiani iniziarono a far conoscere ai popoli circostanti di Cina e India questo formidabile “succo”, dolcissimo, ricavato da una pianta locale, che se fatto asciugare al sole si conservava per mesi. Quella pianta altro non era che canna da zucchero.

La diffusione di questa scoperta fu poi rapida: le prime forme i saccarosio sono addirittura associate al nome di Alessandro Magno, che si stupiva del potere di questo prodotto che non aveva bisogno di api, conoscendo lui fino ad allora solo il miele.

Gli Arabi lo portarono in Marocco, Spagna e anche in Sicilia, ma l’evento che aprì definitivamente le porte del mondo a questo prodotto fu la scoperta dell’America: alcune piantine vennero portate nei Paesi dell’America centrale, e da lì pian piano tutto il continente si ricoprì di infinite piantagioni fino a Sud.

Ancora oggi il Brasile, insieme all’India, è il maggior produttore del Mondo di zucchero proveniente dalla canna.

La scoperta della barbabietola come dolcificante risale, invece, alla seconda metà del 1500. Oggi l’Europa, in particolar modo la Spagna e l’Italia, ne sono grandi produttori.

Dalla terra alla nostra tavola

Ma come si ottiene lo zucchero? Come vengono lavorate le materie prime? I processi avvengono negli zuccherifici: i fusti della canna da zucchero vengono “semplicemente” ripuliti dagli scarti e poi sminuzzati, per ottenere un succo scuro e dolce che diventerà poi solido.

Lo stesso avviene per la bietola, che viene lavata sbucciata e tagliata a striscioline, e poi passata però sotto un getto continuo di acqua calda che ne estrae tutte le sostanze, fra cui anche quelle zuccherine, producendo lo stesso succo.

Una volta indurito, questo succo viene macinato e ridotto in cristalli: può essere lasciato grezzo oppure trattarsi di zucchero raffinato, ed assumere quindi nel secondo caso il tipico colore bianco che tutti conosciamo.

Zucchero nel caffè: sì o no?

Relativamente alla nostra amatissima bevanda scura, il caffè, un capitolo a parte si apre e vede contrapposte due fazioni. La prima, coloro che bevono e apprezzano l’aroma dell’espresso “senza niente”, assolutamente non zuccherato. La seconda, chi invece lo dolcifica con zucchero bianco, di canna, aromatizzato,  fruttosio, o ancora miele.

I sommelier del caffè, com’era prevedibile, sostengono che qualsiasi tipo di edulcorante alteri le fragranze e i sapori originari del caffè. Questi infatti impedirebbero ai nostri sensi di percepire appieno tutte le proprietà organolettiche di questa deliziosa bevanda. Amaro, dolce, fruttato, speziato, un caffè non ha bisogno di aggiunte per essere delizioso. Questo sostengono i puristi.

Di tutt’altro avviso sono, invece, coloro che nel caffè mettono non solo lo zucchero semplice (un cucchiaino o più), ma anche quello aromatizzato alla nocciola, alla vaniglia, all’anice, oppure topping al cioccolato e similari. Cambiando completamente il sapore originale della bevanda, e arricchendola di profumi e sentori unici.

È una questione di gusti, certamente. E ci si può concedere tali delizie quando più si desidera (sempre senza esagerare, pensando alla propria salute).

Caffè zuccherato

Ma vuoi sapere anche come eliminare lo zucchero dal caffè? Ti sembra un’impresa impossibile? Non lo è, basta procedere gradualmente: dai soliti due cucchiaini, per esempio, scendi prima a uno, poi a mezzo e così via, fino a non aver più bisogno del suo potere dolcificante.

Vedrai che ti si aprirà un mondo di retrogusti e profumi intensi che nemmeno immaginavi, nascosti com’erano prima sotto a tanti cristalli di saccarosio. Goditi la tua tazzina con qualche secondo in più di tempo, gustando appieno ogni sorso: la pausa caffè assumerà davvero tutto un altro significato.

E tu come lo bevi?

A quale “corrente” appartieni? Sei fra quelli che aggiungono zucchero al caffè, o non puoi nemmeno immaginare di “sporcare” questo sapore paradisiaco con altri ingredienti? Dicci la tua, vediamo quale abitudine vince! 🙂

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